L'ONA contro l'amianto. Nel dicembre 2012, l'Associazione ha proseguito le sue attività in tutte le regioni di Italia. I comitati ONA, presenti in tutte le regioni di Italia, hanno organizzato convegni, manifestazioni, ed hanno assistito gratuitamente, nel territorio, tutti i lavoratori e cittadini che ne hanno fatto richiesta. Sono stati assicurati, gratuitamente, i servizi di assistenza tecnica, per la bonifica (prevenzione primaria); a quella medica, per la diagnosi precoce e la cura delle patologie asbesto correlate, che se tempestiva, permette di raggiungere più significativi risultati, fino alla difesa legale, per la tutela di tutti i diritti vittime amianto (rendite INAIL, benefici contributivi amianto, risarcimento danni), hanno permesso il raggiungimento della finalità dell'Associazione.
L'Associazione ONA ti informa sulle sue attività, convegni, iniziative e risultati ottenuti in favore dei cittadini e lavoratori esposti e vittime dell'amianto.
Il 9 novembre 2012 si è tenuta nella Camera dei Deputati, la conferenza dal nome "Lotta all'amianto: il diritto incontra la scienza". Durante l'incontro è stata affrontata la problematica del rapporto tra salute, lavoro e ambiente.
L'avv. Ezio Bonanni è intervenuto al dibattito, insieme ad eminenti scienziati, provenienti da tutta Italia e dall'estero.
L’Avv. Ezio Bonanni è intervenuto come ospite della puntata “Amianto: leggi e la scienza” trasmessa in diretta il 14.11.2012 dall’emittente televisiva Roma1.
Durante la puntata si è parlato del convegno organizzato dall'ONA presso la Camera dei Deputati.
A 25 anni dalla Legge 257/92 che in Italia ha stabilito il divieto di estrazione, lavorazione e commercializzazione dei materiali di amianto e contenenti amianto, ce ne sono ancora in circolazione 40 milioni di tonnellate in 50 mila siti. Di amianto si muore e si continuerà a morire.
Questo perché si tratta di una neoplasia con un tempo di latenza molto elevato, che oscilla tra i 15 e i 45 anni. Tenendo conto che l'impiego dell'amianto, in particolare nell'edilizia e nella metalmeccanica, si è concentrato soprattutto fino agli anni '80, gli esperti sostengono che il livello di incidentalità potrà arrivare fino al 2020.
A seguito della tromba d'aria che si è abbattuta sulla città di Taranto nella fine del mese di novembre, è stata segnalata la presenza di materiale tossico in diversi reparti dello stabilimento Ilva.
La denuncia arriva dall’Associazione “Fondo Antidiossina” che sta raccogliendo numerose segnalazioni sulla presenza della sostanza tossica. Un video girato da un operaio mostra la presenza di alcuni sacchi bianchi con la scritta “A – contiene amianto“ che confermano la veridicità di quella supposizione.
Una squadra tecnica specializzata avrà operato in maniera immediata per rimuovere il materiale che si stava aerodisperdendo. Tuttavia la quantità delle polveri di amianto che si è diffusa nell'atmosfera era di una quantità straordinaria e saranno quindi necessari ulteriori controlli dell'aria per rilevare il tasso di contaminazione.
"Trattavamo l'amianto come fosse fieno" sono le parole di un operaio dell'ex fabbrica Sacelit, un gruppo della società Italcementi Spa a San Filippo Del Mela a Messina. L'azienda era la maggiore produttrice di cemento a livello mondiale, e come tutto la produzione di cemento negli anni 60-80, la sua lavorazione avveniva con l'amianto.
Nel 1993 si aprirono i primi casi di mesotelioma, e da allora l'elenco delle vittime si gonfiò. Gli operai toccavano a mani nudi l'amianto e inalavano le sue polveri ignari del pericolo in cui incorrevano. Per anni nessuno disse niente e le responsabilità di questo silenzio non risparmiano nessuno.
L’ONA si costituirà parte civile nel processo penale e agirà in tutte le competenti sedi, affinché le vittime dell’amianto ottengano giustizia.
La Sacelit continua a stroncare vite. La sua strage non si ferma ed ora, dopo aver provocato la morte di oltre 110 dipendenti, si è portata via la figlia di un ex impiegato.
La donna ha vissuto la sua adolescenza in una abitazione adiacente all'industria e con i tetti di amianto cemento. A giugno del 2012 le è stata diagnosticata una patologia polmonare, e nel giro di pochi mesi è stata strappata a questa terra.
L'aria pesante e sempre più marcata dalle fibre cancerogene dell'amianto non l'hanno risparmiata. Il problema è che non esistono quantitativi oltre i quali l’amianto faccia male: basta anche una semplice fibra.
La Campagna “Liberi dall'amianto”, promossa dalla Uil, è l'iniziativa concreta del Sindacato per la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini.
Il progetto si rivolge direttamente ai cittadini e ai consumatori, ed ha l'obiettivo per illustrare i pericoli per la salute e l'ambiente derivanti dall'esposizione all'amianto, al fine di aumentare la consapevolezza sul fenomeno e le conoscenze sugli strumenti per ridurre e prevenire i rischi. Saranno messi a disposizione degli sportelli informativi, incontri con esperti, opuscoli e sopralluoghi gratuiti.
Secondo le stime dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Salute), ogni anno perdono la vita circa 107.000 persone (sottostima). In Italia più di 6.000 persone muoiono per tutte le patologie asbesto correlate.
E' un killer silenzioso che provoca con assoluta certezza scientifica la morte per mesotelioma, tumore del polmone, della laringe, dello stomaco o del colon. Per non parlare dei danni all'apparato respiratorio.
Fibronit, meglio conosciuta come "la fabbrica della morte" è stata un'azienda produttrice di elementi per l'edilizia che produsse manufatti in cemento amianto negli stabilimenti di Broni e Bari.
La società, che ha interrotto la sua attività nel 1985 lascia ora una discarica di amianto a cielo aperto. Il caso Fibronit ha riempito 80 mila pagine di un fascicolo giudiziario, è responsabile della morte di circa 700 dipendenti, ed ha contaminato l'aria mettendo a rischio di esposizione più di 40 mila cittadini.
La Quarta sezione penale della Corte Cassazione ha convalidato la condanna a 5 mesi e 15 giorni di reclusione per omicidio colposo nei confronti dell'ex amministratore delegato dello stabilimento.
Il 5 dicembre 2012 il Tribunale di Bologna ha espresso la sentenza nei confronti dei vertici delle Officine Grandi Riparazioni.
I nove imputati sono stati accusati di omicidio colposo plurimo per la morte di nove operai. Gli operai che lavoravano nello stabilimento coibentavano gli pneumatici delle carrozze proprio negli anni in cui l'amianto veniva usato in abbondanza, e la loro prolungata esposizione a questo tipo di cancerogeno, ha portato all'insorgenza del mesotelioma pleurico.
Assoluzione piena per gli tutti gli imputati "Perché il fatto non sussiste": è la formula monocratica con la quale il giudice ha assolto gli imputati. Un bel regalo di Natale per i familiari delle vittime che si mostrano indignati dalla sentenza.
L'amianto è stato messo al bando nell'anno 1992 con la Legge 257, ma prima di allora il suo utilizzo è stato cospicuo per tutte le aziende, soprattutto quelle di edilizia. C’è stato un utilizzo massiccio di amianto anche nelle Forze Armate come l’Aeronautica Militare.
I militari non sono mai stati avvertiti della pericolosità della fibra killer e sono mai stati sottoposti ad un'adeguata sorveglianza sanitaria. In alcuni siti dell’aviazione militare ancora persistono coperture in cemento amianto, e molti di loro indossavano delle tute antincendio composte da materiale tossico.
L'avv. Ezio Bonanni, Presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, assiste il personale dell'Aeronautica Militare per il riconoscimento di causa di servizio e vittima del dovere.
Home>>Atti dei convegni ONA>>Dicembre 2012