Patologie e malattie da amianto

Patologie amianto: l'ONA difende i diritti delle vittime di asbesto ed eternit (sinonimo di asbesto) per la tutela della salute (prevenzione primaria), assicura assistenza medica gratuita per ottenere la diagnosi precoce e la sorveglianza sanitaria (prevenzione secondaria) e fornisce assistenza legale gratuita per ottenere il risarcimento dei danni e il riconoscimento di tutti i diritti e benefici (prevenzione terziaria).

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Assistenza medica e legale malattie da amianto

L’ONA offre assistenza tecnica, medica e legale gratuita per prevenire le patologie (malattie professionali) e tutelare i diritti delle vittime e dei loro famigliari, per far ottenere loro i benefici assistenziali e previdenziali e il risarcimento integrale di tutti i danni. L'ONA  è una associazione di utilità sociale che rappresenta, tutela e assiste cittadini e i lavoratori esposti e vittime dell’asbesto (asbesto sinonimo amianto) e di altri cancerogeni. L'asbesto (asbesto significato: "inestinguibile", amianto significato: "incorruttibile") è stato infatti utilizzato per secoli in più di 3.000 applicazioni e centinaia di migliaia di persone ne sono rimaste esposte, contraendo malattie amianto correlate spesso mortali. 

Patologie e malattie da amianto

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Prevenzione e tutela per patologie amianto

Gli obiettivi dell’ONA si riassumono nella prevenzione primaria, secondaria e terziaria rispetto al rischio asbesto e di tutti gli altri cancerogeni in relazione alle malattie amianto correlate.

La prevenzione primaria si realizza mediante la cultura della prevenzione, con il bando mondiale dell'Eternit e la bonifica amianto e altri cancerogeni di tutti gli ambienti di vita e di lavoro per evitare l'esposizione e quindi prevenire le amianto malattie correlate e i tumori. Per approfondire: 

La prevenzione secondaria consiste nella sorveglianza sanitaria per tutti i cittadini e lavoratori esposti ad asbesto e ad altri cancerogeni. In questo modo è possibile ottenere la diagnosi precoce di eventuali patologie e amianto malattie correlate e quindi assicurare migliori terapie e cure e maggiori chance di guarigione e sopravvivenza. Per approfondire: 

La prevenzione terziaria prevede la tutela previdenziale e risarcitoria dei lavoratori esposti e delle vittime dell'Eternit, asbesto e altri cancerogeni. Attraverso la tutela legale garantita dall'esperienza ventennale dell’Avv. Ezio Bonanni, presidente ONA, è possibile ottenere il riconoscimento di tutti i diritti e benefici e il risarcimento dei danni, sia in favore della vittima primaria (lavoratore esposto), sia in favore dei suoi famigliari e stretti congiunti. Per approfondire: 

Patologia: dal termine greco pathos

Il termine patologia, dal greco πάθος, pathos, "sofferenza" e -λογία, -logia, "studio", nel gergo medico, è utilizzato come sinonimo di malattia, sia dell'uomo sia degli animali o delle piante.

Nei paesi anglosassoni, pathology indica i servizi diagnostici ospedalieri di medicina di laboratorio (patologia clinica) e anatomia patologica (patologia sinonimo).

Il termine patologia (sinonimo malattia) in edilizia, building pathology in inglese, si intende la disciplina che si occupa dello studio delle anomalie negli edifici, ed è appropriato per l'utilizzo dell'asbesto nel settore edile (Eternit in edilizia).

La malattia e il suo sinonimo patologia consiste nella alterazione dello stato di benessere delle persone. Lo studio di ogni singola malattia presuppone la comprensione delle sue basi fisiopatologiche ed eziopatogenetiche e la sua epidemiologia.

Malattie professionali: cosa sono?

L’INAIL (Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) ha definito la malattia professionale (o “tecnopatia”) come una “patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo (causa diluita e non causa violenta e concentrata nel tempo)”. La malattia professionale è quindi una patologia, con una causa diretta ed efficiente (cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente), contratta nell’esercizio e/o insorta a causa delle lavorazioni rischiose, così come riportato nel Testo Unico.

Nell’insorgenza delle malattie professionali è contemplato anche il concorso di cause extraprofessionali, purché non interferiscano con il nesso causale in quanto capaci di produrre da sole l’infermità.

Per essere definita malattia professionale, quindi, è necessario che l’infermità abbia un rapporto causale o concausale, diretto con il rischio professionale. Il rischio professionale può consistere sia dal tipo di lavorazioni svolte, sia dall’ambiente in cui vengono svolte le lavorazioni (in questo caso si parla di “rischio ambientale”).

La malattia professionale si differenzia dalla comune malattia, in quanto quest’ultima di solito non correlata al lavoro, come per esempio la sindrome influenzale, e va distinta dall’infortunio, che è un evento traumatico che si verifica durante l’orario di lavoro, in maniera violenta e concentrata nel tempo (al contrario del “lentamente e progressivamente” delle tecnopatie, caratteristica che rende la diagnosi spesso difficile e non tempestiva). L’inizio della malattia professionale viene fatto solitamente decorrere dal primo giorno di assenza dal lavoro per una causa correlata a quella che verrà poi accertata come malattia professionale.

I requisiti di una malattia per essere classificata come professionale sono:

  • Essere causata dall’esposizione a determinati rischi correlati al tipo di lavoro, come il contatto con polveri e sostanze nocive, rumore, vibrazioni, radiazioni, o misure organizzative che agiscono negativamente sulla salute
  • Il rischio deve agire in modo prolungato nel tempo e quindi la causa deve essere lenta.

È questo il caso delle malattie provocate dalla inalazione a polveri e fibre di asbesto (sinonimo amianto), potente agente cancerogeno che agisce sull’organismo umano con tempi di latenza che possono arrivare anche a 30/40 anni. Queste malattie vanno sempre riconosciute e indennizzate da INAIL. 

 

L’ONA ti assiste in tutto il percorso per il riconoscimento della malattia professionale amianto correlata.

Per approfondire:

 

La differenza tra cancro e tumore maligno

Il termine tumore (dal latino “tumor”, «rigonfiamento», o il sinonimo neoplasia, dal greco νέος, nèos, «nuovo», e πλάσις, plásis, «formazione») indica una massa di tessuto, maligna o benigna, formata da cellule che si riproducono in modo anormale e incontrollato, crescendo in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, invadendoli ed eventualmente diffondendosi in una o più aree anatomiche diverse da quella di partenza, creando le metastasi. Questa crescita incontrollata è causata dalle alterazioni del patrimonio genetico delle cellule (sbilanciamento tra l’azione dei geni oncogeni, alla base del tumore, e quella degli oncosoppressori, che hanno la funzione di contrastarne gli effetti rallentando la replicazione delle cellule, riparando le mutazioni e programmando l’apoptosi, cioè la morte della cellula con geni mutati).

Quali sono le cause del cancro

Cause cancro:  all’origine di un tumore possono esserci delle mutazioni ereditarie (geni oncogeni), cioè ereditate da uno o entrambi i genitori, che possono anche solo aumentarne il rischio relativo di insorgenza rispetto al rischio di base di chi non le ha (la cosiddetta “predisposizione genetica”). In presenza di mutazioni ereditarie è quindi sufficiente una quantità minore di danni al DNA per innescare il processo di formazione e sviluppo del cancro. Il DNA cellulare contiene informazioni su come le cellule debbano crescere e moltiplicarsi. Quando queste informazioni vengono danneggiate vengono recepite come errore trasformando una cellula in cellula cancerosa.

La presenza contemporanea di più mutazioni è sicuramente la principale delle cause cancro. La presenza di alcuni geni alterati rappresenta quindi la prima delle principali tumori cause.

Giocano un ruolo fondamentale gli acidi nucleici detti micro RNA (miRNA) che influiscono sulla trascrizione e traduzione delle informazioni genetiche. Queste tumori cause (cancro cause) sembrano essere particolarmente influenzate dall'invecchiamento e da uno stile di vita poco sano e corretto.

In base al tipo di proliferazione, i tumori si dividono in epiteliali, mesenchimali, delle cellule del sangue o del tessuto nervoso. In base all’aggressività e al decorso clinico, i tumori possono essere benigni o maligni e, in caso di tumore maligno, si applica come metodo di classificazione la stadiazione tumorale o classificazione TNM. La branca della medicina che studiare i tumori è l’oncologia.


Tratto da https://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/cancro.html

Il tumore e le altre malattie benigne

Il tumore benigno come per esempio una malattia benigna ai polmoni ha una crescita lenta e confinata nella sede di origine. Con il tempo, tuttavia, alcuni tumori benigni possono causare neoplasie maligne. Se il tumore è benigno, non è un cancro (sinonimo malattia). Le cellule del tumore benigno sono considerate tumorali perché si moltiplicano e formano una massa che può assumere notevoli dimensioni. Queste cellule conservano le caratteristiche del tessuto di origine e non invadono gli organi circostanti e non producono metastasi in altri organi del corpo.  In alcuni casi anche i tumori benigni debbono essere asportati con un intervento chirurgico:

  • per evitare che si evolvano in cancro;
  • per evitare che vengano compressi altri organi e i tessuti sanguigni;
  • per evitare ogni incertezza e ritardo diagnostico di tumori maligni (cancri);
  • per evitare sintomi e fastidi vari (in particolare per i tumori benigni del cervello, che possono provocare rigidità della scatola cranica e forti mal di testa e perdita di equilibrio e alterazioni dell'olfatto).

Il ruolo degli agenti cancerogeni

Le sostanze che causano mutazioni del DNA che portano al cancro sono dette mutagene e note come agenti cancerogeni. Alcuni mutageni sono anche cancerogeni, ma alcuni agenti cancerogeni non sono mutageni. Determinate sostanze sono state associate a tumori specifici, come nel caso del fumo di sigaretta con il tumore al polmone e l’asbesto (sinonimo amianto) con il mesotelioma, l’asbestosi, il cancro al polmone e altre neoplasie. Si stima che i tumori professionali (legati all’attività di lavoro) siano tra il 2% e il 20% di tutti i casi, con almeno 200.000 decessi ogni anno nel mondo. La maggior parte dei decessi per cancro causato dall’esposizione professionale a cancerogeni si verifica nel mondo sviluppato: milioni di lavoratori rischiano di contrarre tumori come il cancro del polmone e il mesotelioma a causa dell'inalazione di polveri e fibre di amianto, o la leucemia per l'esposizione al benzene sul posto di lavoro.

L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha identificato 400 agenti cancerogeni, ovvero probabilmente cancerogeni o possibilmente cancerogeni per l'uomo. Questa classificazione è parziale, poiché soltanto poche delle sostanze, tra cui le nuove molecole chimiche, sviluppate negli ultimi decenni, di nuovi prodotti, posti in commercio senza una preventiva valutazione del loro impatto sulla salute umana e sull'ambiente, sono state oggetto di valutazione da parte dello Iarc.

L'Avvocato Ezio Bonanni, infatti, ha più volte chiesto l'applicazione del principio di precauzione, contro la pratica della produzione e messa in commercio di prodotti con molecole chimiche di nuova generazione, dannosi per la salute umana, e senza la preventiva valutazione della loro cancerogenicità. 

Il principio di precauzione: come prevenire il cancro

L'impatto del cancro sulla salute umana è in continuo aumento. Più del 90% delle neoplasie tumorali (sinonimo malattia) sono provocate da esposizioni ambientali a cancerogeni. Ciò dimostra il fallimento delle politiche preventive e dell'approccio soltanto clinico sanitario alle malattie neoplastiche: sia negli ambienti di vita che in quelli professionali si assiste al proliferare dell'utilizzo di materiali composti da cancerogeni. Si creano continuamente nuove molecole chimiche che inalate o ingerite, attivano la cancerogenesi, e cioè la trasformazione neoplastica di cellule che divenute cancerose provocano il cancro. Solo evitando le esposizioni a tali sostanze dannose per la salute (prevenzione primaria), si rispetta il principio di tutela della salute sancito dall'art. 32 della Costituzione Italiana. La ricerca scientifica, medica, biomedica ed oncologica, e la clinica (chirurgia, chemioterapia, radioterapia, immunoterapia etc.), pur con notevoli progressi per minore mortalità del cancro e maggiori aspettative di vita dei malati oncologici,  anche nella migliore delle ipotesi, sono prive della capacità di assicurare la completa guarigione e il ristabilimento in salute del paziente. La vita del malato oncologico e dei suoi famigliari subisce, infatti, un totale stravolgimento già con la diagnosi di cancro (sintomi, effetti collaterali degli interventi clinico terapeutici, impossibilità di lavorare e di poter svolgere una normale attività e di poter alimentare i progetti e i programmi di vita). Poi per il resto della vita, il paziente è inchiodato a pratiche mediche invasive (medicina allopatica), e l'incipiente rischio di ripetizione e dunque una condizione di ansia e di preoccupazione che costituisce di per sè lesione per il benessere e l'integrità psicofisica, anche nella ipotesi migliore di assenza di ripetizione di malattia.

Le malattie professionali e l'indennizzo INAIL

Gli agenti cancerogeni e mutageni  sono sinonimo di malattia perché provocano alterazioni genetiche e neoplasie nei soggetti esposti. Il tema dell’epidemiologia dell’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni in ambito professionale e delle neoplasie correlate è accertato, tanto che molte delle patologie neoplastiche (patologie sinonimo) sono ricollegate ad agenti eziologici, ricompresi nella lista 1 di INAIL e quindi assistiti dalla presunzione legale di origine (risarcimento danni INAIL), con conseguente diritto alla costituzione della rendita INAIL, e al risarcimento dei danni differenziali e complementari a carico del datore di lavoro. Altre patologie non sono inserite nella lista 1 dell'INAIL, e tuttavia sono comunque indennizzate ove il lavoratore ne dimostri la loro origine professionale ovvero la loro riconducibilità ad esposizione a sostanze dannose nell'ambiente di lavoro.

Il riconoscimento di Vittime del Dovere

Si definiscono Vittime del Dovere coloro che nelle attività di cui alla Legge 23 dicembre 2006 n. 266 art. 1 comma 563 - 564, hanno contratto infermità e lesioni. I soggetti che hanno diritto alle prestazioni di vittima del dovere sono coloro che hanno svolto servizio presso:

  • Arma dei Carabinieri
  • Polizia di Stato
  • Guardia di Finanza
  • Esercito
  • Marina Militare
  • Aeronautica Militare
  • Polizia Penitenziaria
  • Corpo Forestale dello Stato
  • Vigili del Fuoco
  • Polizie municipali

Se hanno subito lesioni e/o danni fisici in servizio, in particolari condizioni ed attività:

  • nel contrasto ad ogni tipo di criminalità;
  • nello svolgimento di servizi di ordine pubblico;
  • nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari;
  • in operazioni di soccorso;
  • in attività di tutela della pubblica incolumità;
  • a causa di azioni recate nei loro confronti in contesti di impiego internazionale non aventi, necessariamente, caratteristiche di ostilità.

Sono equiparati alle vittime del dovere coloro che hanno subito infermità permanentemente invalidanti o alle quali consegua il decesso, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuate dentro e fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali od operative (come, per esempio, l'esposizione a polveri e fibre di amianto).

Per approfondire: vittime del dovere

Equiparazione alle vittime del terrorismo

Il regolamento relativo ai termini e alle modalità di riconoscimento  delle provvidenze alle Vittime del Dovere ed ai soggetti equiparati, ai fini della progressiva estensione dei benefici già previsti in favore delle vittime della criminalità e delle vittime del terrorismo, a norma dell'articolo 1, comma 565, della legge 23 dicembre 2005, n. 266), di cui all'art. 1 del DPR 7 luglio 2006, n. 243, stabilisce:

  • per missioni: quelle di qualsiasi natura, quelle, quali che ne siano gli scopi, autorizzate dall'autorità gerarchicamente o funzionalmente sopraordinata al dipendente;
  • le particolari condizioni ambientali od operative: quelle implicanti l'esistenza od anche il sopravvenire di circostanze straordinarie e fatti di servizio che hanno esposto il dipendente a maggiori rischi o fatiche, in rapporto alle ordinarie condizioni di svolgimento dei compiti di istituto.

Per approfondire: vittime del terrorismo

Prepensionamento immediato per vittime amianto

L’articolo 1, comma 250, della Legge 232/2016, ha sancito il diritto all’immediato pensionamento per i lavoratori sprovvisti dei requisiti per il pensionamento al momento dell’insorgenza della malattia professionale amianto.

Il diritto è però limitato alle vittime di mesotelioma, tumore polmonare e asbestosi, senza limite di grado invalidante (decreto del 18/07/2017).

La procedura di pensionamento immediato (pensione invalidità amianto) può essere adottata solo se, nonostante l’accredito dei benefici amianto con il coefficiente 1,5, non si matura il diritto a pensione.

La circolare congiunta INPS e INAIL (n. 7 del 2018) ha dettato le regole per poter accedere al prepensionamento / pensionamento amianto. Il prossimo termine per le domande è quello del 31 marzo 2022. Qualora non si rispettasse questo termine, la domanda verrà esaminata l’anno successivo, a partire da aprile.

Per approfondire:

Come ottenere il risarcimento danni

I lavoratori vittime di esposizione professionale ad asbesto (patologie sinonimo), e i loro famigliari in caso di decesso, hanno diritto anche al risarcimento integrale di tutti i danni subiti. In caso di decesso, il diritto vale sia per i danni sofferti direttamente dal lavoratore vittima (iure proprio), sia per i danni sofferti dagli eredi per la perdita del loro congiunto (iure hereditario). Per approfondire:

Multifattorialità dell'eziopatogenesi

Il cavallo di battaglia degli enti previdenziali e dei datori di lavoro per cercare di sfuggire alle loro responsabilità, in ambito preventivo ed indennitario (INAIL), e degli obblighi contrattuali e del principio del neminem laedere (datori di lavoro) è costituito dalla multifattorialità nell’eziopatogenesi tumorale che non consente di isolare facilmente il rischio esclusivamente professionale e la difficoltà nel redigere anamnesi accurate, e delle altre patologie anche infiammatorie e fibrotiche (nel caso dell'amianto: asbestosi mesotelioma, placche pleuriche e ispessimenti pleurici e altri tipi di malattia benigna alla pleura o malattia benigna ai polmoni).

La normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro (d.lgs. 81/2008 e s.m.i.) contiene prescrizioni specifiche e rigorose per la tutela dei lavoratori potenzialmente esposti ad agenti cancerogeni e mutageni, considerata la loro pericolosità per la salute umana.

Che cos'è l'amianto e quali rischi espone?

Questo termine (amianto sinonimo, asbesto significato “indistruttibile, inestinguibile" quei minerali del gruppo degli inosilicati (serie degli anfiboli) e del gruppo dei fillosilicati (serie del serpentino), che hanno consistenza fibrosa. Le fibre di asbesto sono altamente cancerogene per l’essere umano. Alcuni minerali di amianto significato di asbesto, non rientrano in questa classificazione, ma hanno comunque le stesse capacità cancerogene e lesive. Questi minerali provocano i tumori da amianto e amianto malattia. 

Valori limite amianto e soglia di esposizione

L’Ona e il suo presidente, Avvocato Ezio Bonanni hanno sempre sostenuto che non esiste un valore limite amianto, ovvero una soglia di esposizione al di sotto della quale si può escludere il rischio cancerogeno per l’uomo. L’alta incidenza di tumori amianto è stata infatti dimostrata anche in popolazioni esposte a livelli molto bassi di fibre (IPCS INCHEM).

Meccanismo di cancerogenesi amianto

 L'amianto è sinonimo di malattia, perché le fibre di asbesto provocano infiammazione e tumori, anche con basse esposizioni (amianto cancerogeno). Il fibrocemento,“eternit” (asbesto cemento cancer), una mistura di cemento e asbesto (sinonimo amianto; significato asbesto: inestinguibile, indistruttibile), la forma più comune di utilizzo in edilizia.

Questi materiali sono soggetti a danneggiamento o frantumazione, che rilascia polveri e fibre. Le fibre di asbesto, se inalate, si depositano all'interno degli organi delle vie aeree dando origine alla infiammazione. Dalla infiammazione scaturisce il processo di cancerogenesi. 

L'esposizione all'amianto provoca il cancro e la causa risiede nel fatto che le fibre che compongono l'amianto possono raggiungere le cellule mesoteliali provocando danno al corpo e infiammazioni croniche. In che modo?
Le pericolose fibre dell'amianto. Quando parliamo di amianto ci riferiamo ad una famiglia di minerali presenti in natura che hanno una particolare struttura fibrosa adatta per essere utilizzata come isolante termico. Questa struttura fibrosa però non è innocua: le fibre infatti, che sono mille volte più sottili di un capello umano, possono essere inalate rischiando di raggiungere le cellule mesoteliali (quelle cioè che compongono la membrana mesotelio)
Danni al mesotelio. Quando le fibre raggiungono il mesotelio, lo strato di cellule che ricopre gli organi interni, rischiano di rimanervi bloccate (amianto sintomi) dando il via a persistenti danni al tessuto che, nel tempo, possono portare allo sviluppo del cancro.

Malattie amianto e patologie asbesto correlate

È ormai accertata l'azione lesiva per la salute umana e la cancerogenicità dell'eternit (sinonimo asbesto - asbesto cemento  cancer). L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha precisato:  “There is sufficient evidence in humans for the carcinogenicity of all forms of asbestos (chrysotile, crocidolite, amosite, tremolite, actinolite, and anthophyllite). Asbestos causes mesothelioma and cancer of the lung, larynx, and ovary. Also positive associations have been observed between exposure to all forms of asbestos and cancer of the pharynx, stomach, and colorectum”.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato che le fibre di asbesto (asbesto e amianto sono sinonimi - asbesto cemento cancer) causano amianto patologie fibrotiche della pleura (ispessimento pleurico e placche pleuriche) e dei polmoni (asbestosi malattia - diagnosi di asbestosi) e patologie oncologiche delle sierose (asbestosi mesotelioma, amianto mesotelioma asbesto correlato della pleura, del peritoneo, al pericardio, della tunica vaginale del testicolo, delle vie aeree), cancro polmonare, alla faringe, laringe, al tratto gastro intestinale; tumore allo stomaco e al colon retto e alle ovaie (amianto malattie correlate).

Il mesotelioma in tutte le sue forme

Il mesotelioma è un tumore causato che colpisce le cellule del mesotelio, tessuto delle membrane sierose degli organi interni. In base alla sierosa colpita (amianto sintomi), si distingue in mesotelioma pleurico; mesotelioma peritoneale; mesotelioma pericardico; mesotelioma testicolare (malattie amianto correlate).


Asbestosi: una malattia fibrotica da amianto

L'asbestosi è una fibrosi interstiziale del polmone e malattia amianto (asbesto correlata sinonimo amianto). Sintomi asbestosi: difficoltà respiratoria, tosse, dolore toracico, dispnea. Può degenerare in tumore polmonare e asbestosi mesotelioma pleurico. Spesso l'asbestosi diagnosi è preceduta da placche pleuriche e ispessimenti pleurici. 


Ispessimento pleurico da esposizione amianto

L’ispessimento pleurico è una patologia asbesto correlata, malattia amianto, che consiste nella infiammazione. Gli ispessimenti sono una patologia sinonimo di placche pleuriche che può degenerare in un'asbestosi diagnosi o amianto mesotelioma pleurico. Questa amianto malattia colpisce la pleura viscerale e/o la pleura parietale. In caso di lieve ispessimento pleurico non insorgono sintomi, nei casi più gravi c'è dispnea da sforzo, tosse secca e dolore toracico. 


Placche Pleuriche da esposizione a fibre di asbesto

Le placche pleuriche sono una patologia asbesto correlata consistenti nella lesione della pleura (patologia sinonimo di ispessimenti pleurici). Possono essere multiple, bilaterali o simmetriche, con estensione e spessore variabili (sintomi amianto). Le placche pleuriche sono spesso l'anticamera dell'amianto mesotelioma e costituiscono il segno biologico (patologie sinonimo) della intensa esposizione a polveri e fibre di eternit. 


Tumore polmonare, una malattia asbesto correlata

Il tumore ai polmoni è patologia asbesto correlata ovvero una malattia da amianto. Benzene, fumo di saldatura e fumo di sigaretta sono tra gli altri fattori di rischio per l'insorgenza di questa malattia amianto che in pochissimi casi si rivela una malattia benigna ai polmoni. Il tumore polmonare è la prima causa di morte tra i tumori nei paesi industrializzati. In Italia, nel 2016, si sono verificati 40.000 casi di tumore al polmone, con un indice di sopravvivenza ai 5 anni limitato al 14,3%. 


Tumore alle ovaie da contaminazione amianto

Le ovaie possono essere colpite da tumore da asbesto, che è una malattia da amianto. Le fibra di eternit è infatti un cancerogeno per l'essere umano che agisce in sinergia anche con il talco e con altri cancerogeni (amianto sintomi). Non è ancora certa la correlazione tra tumore alle ovaie e talco, per precauzione si consiglia di evitare l'uso del talco a livello inguinale o genitale. 


Tumore alla laringe per esposizione amianto

Il tumore da asbesto alla laringe fa parte delle malattie alla gola proprio perché colpisce la mucosa che riveste l'interno della gola. Il più diffuso è quello a cellule squamose e colpisce sia le corde vocali che la laringe sopraglottica (ovvero sopra le corde vocali). I fattori di rischio per questa malattia da amianto, oltre alla esposizione ad asbesto, sono costituiti dal fumo di tabacco, dal consumo di alcolici e dalla infezione da papilloma virus.


Tumore alla faringe per esposizione ad asbesto

Le malattie alla gola come il tumore sono causate, oltre che dalla esposizione ad asbesto, dal fumo di sigaretta e dallo stile di vita (consumo eccessivo di alcool, etc.). Il tumore alla faringe è considerato dallo IARC tra le neoplasie asbesto correlate e deve essere riconosciuto dall'INAIL come malattia professionale, con liquidazione della rendita.


Danni cardiaci, respiratori e cardiovascolari da amianto

Le malattie asbesto correlate possono provocare anche complicazioni cardiache e cardiocircolatorie (sintomi amianto). Gli studi scientifici hanno confermato gli effetti della esposizione alle fibre eternit sul sistema cardiocircolatorio e la correlazione tra le fibre di eternit e danni cardiaci, anche come complicazione di altre malattie come la diagnosi di asbestosi e dei tumori amianto.


Malattie amianto riconosciute da INAIL

In Italia il sistema tabellare è stato scardinato dalla Corte Costituzionale, Tutte le malattie amianto e i tumori (patologie sinonimo) vanno riconosciuti ed indennizzati. L’l’INAIL è l’ente responsabile degli indennizzi amianto malattie. Le malattie asbesto correlate sono state quindi divise in 3 liste (liste malattie professionali INAIL).

Le patologie asbesto correlate inserite nella Lista I si presumono di origine professionale e quindi l’INAIL deve fornire l’indennizzo danno biologico ed erogare la rendita. È infatti sufficiente la prova della presenza dell’asbesto amianto nell'ambiente lavorativo per avere la presunzione legale di origine e ottenere il riconoscimento delle prestazioni previdenziali, senza dover superare alcune valore limite amianto o alcuna soglia (Cass., Sez. Lav., n. 23653/16).

Nella Lista II inail sono comprese le patologie asbesto la cui origine lavorativa è di limitata probabilità, per le quali la vittima deve dimostrare il nesso causale per poter ottenere le prestazioni (e/o indennizzo, se il grado di invalidità riconosciuto è inferiore al 16%). 

La lista III comprende solo il tumore all’esofago, la cui origine lavorativa è ritenuta possibile. 


Altre malattie amianto correlate

L'asbesto (Eternit) provoca patologie fibrotiche e tumori anche ad altri organi (cervello, colecisti, tessuti emolinfopoietici, esofago, mammella, pancreas, prostata, rene, testicolo, tiroide, vagina-vulva, vescica) e patologie degenerative non tumorali (che possono colpire cuore - miocardiopatia, sistema nervoso centrale - morbo di Alzheimer), oltre a sclerosi laterale amiotrofica.

La strage delle patologie asbesto correlate

Le esposizioni professionali ad asbesto causano ogni anno 107.000 decessi solo per asbestosi, mesotelioma e tumore dei polmoni di origine professionale, e un milione e mezzo di malati (sintomi amianto). La stima è per difetto perché non tiene conto di tutte le altre patologie e di quelle ambientali. La Monografia dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del 2012, lo conferma a partire da pag. 294. Asbestos. Actinolite, amosite, anthophyllite, chrysotile, crocidolite, tremolite. IARC Monogr Evaluation Carcinog Risk Chem Man, Vol. 100C).

 

 

I dati raccolti dall'Istituto Superiore di Sanità

Secondo i dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, si evidenzia ancora una rilevante incidenza di malattie asbesto correlate in Italia, a distanza di 17-25 anni dal bando dell’amianto. Perciò sostiene che siano necessari immediati e adeguati interventi di prevenzione, diagnosi, terapia, assistenza, sostegno psicologico e sicurezza sociale per gli ex-esposti, i loro familiari e i soggetti attualmente a rischio di esposizione.

 

Fino al 2017, ci sono stati circa 231.000 decessi l’anno nel mondo dovuti a malattie asbesto correlate. In particolare, per mesotelioma, in Italia, dal 2010 al 2016, si contano 7.660 uomini  e 2.947 donne vittime. Invece, per asbestosi, sono 361 i decessi negli uomini e 44 nelle donne. Infine è stimato che 11% dei tumori polmonari che colpiscono gli uomini è attribuibile all’esposizione ad amianto (2.718 decessi l’anno), mentre è l'1,2 % nelle donne (112 decessi l’anno). A queste patologie si aggiunge anche il tumore ovarico, di cui circa lo 0,5% è causato dall’asbesto (circa 96 decessi nel periodo tra il 2010 e il 2015).

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