L'ONA contro l'amianto. Nel febbraio 2012, l'Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell'ONA, ha intensificato l'organizzazione dell'Associazione su tutti i territori. Sono stati istituiti comitati ONA in tutte le regioni di Italia e sono stati rafforzati quelli già esistenti.
L'ONA è stata ed è il punto di riferimento dei lavoratori esposti amianto ed altri cancerogeni, e dei loro famigliari, per qualsiasi necessità, dalla assistenza tecnica, per la bonifica (prevenzione primaria); a quella medica, per la diagnosi precoce e la cura delle patologie asbesto correlate, che se tempestiva, permette di raggiungere più significativi risultati, fino alla difesa legale, per la tutela di tutti i diritti vittime amianto (rendite INAIL, benefici contributivi amianto, risarcimento danni), hanno permesso il raggiungimento della finalità dell'Associazione.
L'Associazione ONA ti informa sulle sue attività, convegni, iniziative e risultati ottenuti in favore dei cittadini e lavoratori esposti e vittime dell'amianto.
Nel 2011, in vista della sentenza presso il Tribunale di Torino, al Comune di Casale Monferrato è arrivata un’offerta di 18,3 milioni di euro da parte di Schmindheiny in cambio della revoca della parte civile.
Schmindheiny è accusato di omicidio colposo per omissione volontaria di cautele sul luogo di lavoro di oltre 1700 dipendenti, e disastro ambientale doloso. Palese è il suo tentativo di condizionare l’esito del processo e "comprare la salute" della vittime.
Dopo l’iniziale via libera al risarcimento dato dall'amministrazione comunale lo scorso dicembre, ora c'è il definitivo al cambio di posizione. La giunta comunale di Casale Monferrato ha deliberato per il rifiuto dei 18 milioni offerti da Stephan Schmideiny.
Si è finalmente conclusa la tanto attesa sentenza del caso Eternit presso il Tribunale di Torino. Il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Jean-Louis Marie Ghislain de Cartier de Marchienne, ex dirigenti della fabbrica "Eternit" sono stati condannati a 16 anni per disastro doloso e omissione dolosa di misure antinfortunistiche di oltre 1700 dipendenti.
La sentenza restituisce a intere comunità vittime dell’amianto il rispetto che meritano.
Grande soddisfazione del Comitato familiari delle vittime dell’amianto che aveva appena vinto la lotta contro la corruzione del carnefice svizzero. Schmindheiny aveva infatti offerto 18.3 milioni al Comune di Casale Monferrato in cambio della revoca della parte civile.
Uno schiaffo che la comunità delle vittime non poteva accettare.
Cavagnolo, Casale Monferrato, Rubiera e Bagnoli: sono le sedi dei più grandi stabilimenti eternit d'Europa e sono conosciute come "le fabbriche della morte".
Dal latino "aeternitas", chiamato in questo modo per sottolineare la sua elevata resistenza. Il suo materiale a base amianto del tutto incorruttibile, è stato il sogno eterno dell'azienda che ne assunse il nome: “Eternit”. Ma da "fabbrica dei sogni”, divenne presto "fabbrica degli incubi".
L’amianto prodotto dallo stabilimento ha comportato la diffusione della fibra killer in svariate forme su tutto il territorio, con epicentro nella città di Casale Monferrato.
I danni causati dall’Eternit non si sono limitati agli operai che lo lavoravano, ma hanno contaminato l’ambiente e i suoi abitanti.
Stefan Schmidheiny, magnate svizzero e proprietario della fabbrica, ha innescato una morte ad orologeria in ognuno dei suoi operai e non ha fatto niente per evitarlo.
Sono oltre 1700 i decessi che pesano sull'accusa di omicidio colposo per omissione volontaria di cautele sul luogo di lavoro, e disastro ambientale doloso.
I morti per tumore alla pleura sono tra le 50 e le 55 all’anno (circa una alla settimana), un’incidenza spaventosa che si può spiegare solo con la presenza massiccia dell’amianto. E purtroppo siamo ancora nella fase crescente.
Di seguito le testimonianze dei familiari delle vittime che ancora cercano giustizia:
L'Avv. Ezio Bonanni e l'ONA, unitamente ad altre Associazioni vittime amianto, hanno continuato a denunciare l'epidemia delle malattie asbesto correlate. E' un killer silenzioso che provoca con assoluta certezza scientifica la morte per mesotelioma, tumore del polmone, della laringe, dello stomaco o del colon. Per non parlare dei danni all'apparato respiratorio.
Secondo le stime dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Salute), ogni anno perdono la vita circa 107.000 persone (sottostima). In Italia più di 6.000 persone muoiono per tutte le patologie asbesto correlate.
L'ONA ha chiesto di porre fine alla strage (Il libro bianco delle morti di amianto in Italia, (https://onanotiziarioamianto.it/strage-amianto-presentazione-libro-avv-bonanni/) di cui è autore l'Avv. Ezio Bonanni).
L’amianto è stato a lungo utilizzato in campo edilizio perché è un materiale molto resistente. Il problema è che non esistono quantitativi oltre i quali l’amianto faccia male: basta anche una semplice fibra.
Pirelli è una società multinazionale italiana che opera nel settore automobilistico. L'azienda è ora nel mirino delle inchieste per la morte di amianto di una ventina di dipendenti. Si è infatti verificata l'insorgenza di casi di mesotelioma plurimo. Le sostanze nocive della fibra killer sarebbero state utilizzate nella lavorazione delle gomme. C'è quindi una correlazione tra l'esposizione amianto e attività lavorativa svolta.
Raggiungono cifre milionarie i risarcimenti che Pirelli sta trattando con gli operai malati o con i loro eredi, perché la maggior parte sono nel frattempo morti, per le gravi patologie da cui sarebbero rimasti affetti per aver inalato fibre di amianto negli anni Ottanta negli stabilimenti dell’azienda in viale Sarca e in via Ripamonti.
Nella periferia di Cerignola ha destato scalpore il ritrovamento di alcune lastre di eternit. Lo smaltimento illegale è oramai all'ordine del giorno, non viene definito di certo una pratica "normale", ma purtroppo siamo abituati a rinvenire i resti delle azioni illecite di alcuni incivili.
Quello che desta più scalpore nel caso di Cerignola, è il modus operandi di chi ha compiuto l'opera. L'area era recintata da un nastro con su scritto “pericolo di amianto”, proprio a ridosso di un cancello.
Il materiale appariva riposto in sacchi di nylon ben chiusi con su scritto “abbandono temporaneo di amianto”. Le autorità locali hanno provveduto a rimuovere i manufatti in relazione alla possibilità di deterioramento a seguito delle condizioni ambientali di questi giorni.
L'amianto si cela ovunque e frequenta soprattutto le scuole e i luoghi di aggregazione. Non sono più tollerate azioni di inefficienza e di approssimazione quando l'amianto entra in case e in edifici scolastici. Sono necessari interventi di risanamento per assicurare un domani migliore alle future generazioni.
L’Associazione ONA ha censito (per difetto) una stima di 2.400 scuole contaminate dal materiale contente amianto. Gli alunni coinvolti sono più di 352.000 mila. Per non parlare del personale docente e amministrativo, la cui stima arriva 50.000 mila.
E’ una statistica allarmante che afferma la presenza di amianto di una scuola su dieci.
Sono passati ormai 25 anni dalla messa al bando dell'amianto con la Legge 257/92, ma la sua fibra killer è letale ora come 25 anni fa.
L'Italia ha fatto un uso indiscriminato di materiale eternit dal dopoguerra fino agli anni '70.
Sono perciò esposti ai danni per la salute non solo tecnici e operai che ne sono venuti a diretto contatto, ma anche tutti coloro che a vario titolo sono presenti, vivono o lavorano in ambienti che lo contengono.
Il materiale amianto è ancora in circolazione per una somma di 40 milioni di tonnellate in
50 mila siti. Di amianto si muore e si continuerà a morire.
Secondo la stima ottimistica del prof. Boeri, Presidente Inps, se le bonifiche attuali non avranno dei tempi e delle azioni più efficaci, verranno portate a termine nei prossimi 85 anni con costi inaccettabili.
Il Ministero dell’Ambiente rende nota la mappatura dell'amianto in tutto lo stivale italiano basandosi su dati forniti dalle regioni nell'anno 2010.
La prevenzione e cura di asbestosi e mesoteliomi rappresentano una priorità nazionale per la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini. In questo contesto è fondamentale implementare la funzionalità di strumenti quali il RENAM che danno la possibilità di tracciare un quadro completo del fenomeno su scala nazionale e di poter individuare priorità e coordinare gli interventi.
(ReNaM) sull'intero territorio nazionale. L'archivio comprende tutte le informazioni raccolte dal 1993 al 2015 relative ai 27.356 casi diagnosticati.
Secondo i dati del RENAM, in Emilia Romagna si rileva un picco massimo di incidenza nell'anno 2012 con 160 casi, molti dei quali sono stati diagnosticati a Reggio e Parma. La sua stima complessiva nel corso degli anni ha raggiunto i 2.451 mila casi di vittime amianto con un'incidenza pari al 9,0% del totale nazionale. Si tratta di una sottostima della reale incidenza del mesotelioma.
Fibronit, meglio conosciuta come "la fabbrica della morte" è stata un'azienda produttrice di elementi per l'edilizia che produsse manufatti in cemento amianto negli stabilimenti di Broni e Bari.
La società, che ha interrotto la sua attività nel 1985 lascia ora una discarica di amianto a cielo aperto.
Il caso Fibronit ha riempito 80 mila pagine di un fascicolo giudiziario, è responsabile della morte di circa 700 dipendenti, ed ha contaminato l'aria mettendo a rischio di esposizione più di 40 mila cittadini.
La bonifica di tutte le aeree è stata predisposta da anni, ma il suo completamento è avvenuto solo nell'anno 2018. Diverse associazioni hanno espresso la volontà di trasformare il suolo del misfatto in un'area verde dal nome "Parco della Rinascita".
Il mesotelioma peritoneale, è una patologia tumorale che ha origine dall'ingestione di acqua potabile con presenza di amianto. L'Osservatorio Nazionale Amianto, informa di aver ricevuto numerose segnalazioni e invita gli organi del governo a fare una verifica generale su tutte le regioni d'Italia. Se all'interno dei tubi c'è realmente una condizione di presenza amianto nei termini segnalati dal WWF, è necessario rinnovare l'intero sistema di tubazioni.
L'ONA ha costituito l'applicativo internet attraverso il quale invita tutti coloro che hanno cognizioni di casi asbesto correlato a darne segnalazione, anche anonima. Riuscire a debellare l'amianto rappresenterebbe il coronamento dell'impegno dell'ONA e porrebbe fine a una vera e propria epidemia.
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