Atti dei convegni (febbraio 2014)

L'ONA contro l'amianto. Nel febbraio 2014, i comitati ONA, in tutte le regioni di Italia, hanno continuato a sensibilizzare i cittadini e lavoratori sul rischio amianto e altri cancerogeni. Sono stati organizzati convegni e manifestazioni. Le sedi territoriali hanno fornito il servizio di assistenza tecnica, per la bonifica (prevenzione primaria); a quella medica, per la diagnosi precoce e la cura delle patologie asbesto correlate, che se tempestiva, permette di raggiungere più significativi risultati, fino alla difesa legale, per la tutela di tutti i diritti vittime amianto (rendite INAIL, benefici contributivi amianto, risarcimento danni), anche grazie alla collaborazione dell'Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto.


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Atti dei convegni (febbraio 2014)

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News amianto

L'Associazione ONA ti informa sulle sue attività, convegni, iniziative e risultati ottenuti in favore dei cittadini e lavoratori esposti e vittime dell'amianto. 

Amianto - Una piaga difficile da debellare

eternit

L'Avv. Ezio Bonanni e l'ONA, unitamente ad altre Associazioni vittime amianto, hanno continuato a denunciare l'epidemia delle malattie asbesto correlate. E' un killer silenzioso che provoca con assoluta certezza scientifica la morte per mesotelioma, tumore del polmone, della laringe, dello stomaco o del colon. Per non parlare dei danni all'apparato respiratorio.

 

Secondo le stime dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Salute), ogni anno perdono la vita circa 107.000 persone (sottostima). In Italia più di 6.000 persone muoiono per tutte le patologie asbesto correlate.

L'ONA ha chiesto di porre fine alla strage (Il libro bianco delle morti di amianto in Italia, di cui è autore l'Avv. Ezio Bonanni).

Sgorga amianto dai rubinetti

Si dirama un clima di preoccupazione a Salerno quando, a seguito di alcuni interventi di manutenzione sulle tubature idriche della città, è stato scoperto che queste sono interamente di cemento amianto. L'ingestione di acqua potabile con presenza di amianto, può dare vita a una patologia tumorale chiamata: mesotelioma peritoneale.

 

L'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), informa di aver ricevuto numerose segnalazioni di questo genere e invita gli organi del governo a fare una verifica generale su tutte le regioni d'Italia. Se all'interno dei tubi c'è realmente una condizione di presenza amianto nei termini segnalati dal WWF, è necessario rinnovare l'intero sistema di tubazioni.

Piano Comunale Obbligatorio

mappa italia amianto

Molti Comuni d'Italia sono sprovvisti di mappatura asbesto, indispensabile per contrastare l'insorgenza di patologie mortali. L'adozione di un Piano Comunale Obbligatorio, è stato previsto con una la Legge 93/2001. Questa legge è rimasta per lungo tempo inattuata. Tutto ciò ha portato a una grave emergenza salutare e ambientale che rende necessaria l'adozione di strumenti di prevenzione per l'insorgere di patologie asbesto correlate. 

 

Lo stesso ONA (Osservatorio Nazionale Amianto), ha stimato circa 600 casi di decessi per mesotelioma solo nel 2016. I numeri sono propensi ad aumentare anche tra i più giovani.

Solo pochi Comuni tengono alti i livelli di guardia ed ottemperano al rispetto delle leggi.

 

Una prima mappatura dell’amianto presente in Italia è stata presentata in un incontro tenutosi a Casale Monferrato dal Ministro del lavoro Elsa Fornero, il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini e il Ministro della Salute Renato Balduzzi.


Arriva l'allarme dalla Cina

Si apre un nuovo filone di inchieste sull'amianto importato in Italia dalla Repubblica Popolare Cinese. Dopo le lanterne volanti è ora il turno delle automobili.

 

Il Pubblico Ministero Raffaele Guariniello ha infatti aperto un fascicolo per accertarsi della pericolosità di alcune macchine cinesi. Queste conterrebbero del materiale amianto in alcune guarnizioni della linea di scarico. La Procura di Torino sta quindi indagando sulla base della Legge 257/92 che vieta l'importazione di amianto o prodotti contenenti amianto.

 

Com'è noto, la Cina non ha ancora vietato l'amianto e ne fa tutt'ora un cospicuo uso, per cui al momento le indagini non hanno nessun responsabile.

Rifiuti tossici nella Terra dei fuochi

terra dei fuochi

Nella località di Villa Briano, a Caserta, la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, ha condotto dei rilevamenti nella terra più temuta d'Italia. Parliamo dell'omonima "Terra dei fuochi", la cui fama, tutt'altro che gloriosa, la precede.

 

La zona di Villa Briano ha infatti interessato gli scavi delle autorità. A pochi passi dal cimitero di Casal di Principe, lo scorso 13 gennaio la squadra entrò in azione per scovare dei fusti tossici interrati dal clan dei casalesi.

 

L'operazione durò quasi dieci giorni e le ruspe scavarono in quattro punti della zona. Sono stati rinvenuti bidoni con oli esausti, scarti di attività edili (amianto e cemento), pneumatici e la carcassa di un'auto. Una terra martoriata dalla cupidigia dell'uomo.

Biocidio a Montichiari

Nella zona di Montichiari, in provincia di Brescia, sono stati dati alle fiamme dei rifiuti tossici. L'opera ha la stessa impronta della criminalità organizzata campana, che ha generato la cosiddetta "terra dei fuochi".

L'atto è stato commesso in una parte della pista di rullaggio dell'aeroporto militare dismesso. Sostanze chimiche, rifiuti domestici e lastre di eternit sono stati sistematicamente inceneriti.

 

La combustione di questi materiali hanno permesso l'aerodispersione di particelle tossiche nell'atmosfera mettendo in pericolo la popolazione circostante. Il terreno si presenta come un cimitero di materiale dannoso e la paura degli inquirenti è proprio quella di trovare grosse quantità di amianto sotterrate.

Ilva - Una discarica a cielo aperto

ilva

L'ormai ex Ilva è al centro di un dibattito di grande criticità. I primi solleciti per l'immediata bonifica di tutta l'area giungono dal lontano 1995.

L'atto di Intesa della Regione Puglia aveva accordato un piano per la rimozione progressiva e definitiva dell'amianto, ma tutt'oggi la fibra amianto domina ancora su gran parte dello stabilimento.

 

È stato specificato a riguardo che nello stabilimento siderurgico di Taranto sono presenti ancora circa 3820 tonnellate di amianto, di cui 3700 tonnellate in matrice friabile e 120 in matrice compatta.

L'Ilva lascia quindi una discarica a cielo aperto e le fibre tossiche che sprigiona, possono produrre effetti negativi sull'uomo e sull'ambiente.


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