Modulo per diffida per tardivo recepimento della direttiva comunitaria, con richiesta di risarcimento danni

Il Decreto Stabilità tende ad annullare la sentenza della Corte di Cassazione n. 17350/11 che ha fissato a 10 anni la prescrizione per il risarcimento della mancata retribuzione degli specializzandi negli anni 1983/1991, e in tutti i casi di mancato tempestivo recepimento delle direttive comunitarie. Provvedimento destinato ad incidere sulle future cause di risarcimento dei danni, centinaia delle quali già pendenti, in materia di inadempimento della direttiva 477/83/CEE in materia di “protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'amianto durante il lavoro”. Invito ai lavoratori di procedere immediatamente con una diffida, in modo da rendere applicabile l’attuale normativa.

Si tratta di un altro provvedimento che colpisce i diritti dei cittadini oltre che dei lavoratori: la Corte di Cassazione con la sentenza n. 17350/11 (che si allega) aveva riunito diversi ricorsi tra i quali quello dell’Avv. Ezio Bonanni, finalizzati a censurare le decisioni delle Corti di merito, in ordine al termine di prescrizione del diritto al risarcimento dei danni per mancata retribuzione degli specializzandi negli anni 1983/1991, ed in generale di tutti gli altri danni sofferti dai cittadini per effetto del contegno inadempiente dello Stato italiano nel recepire le direttive comunitarie: infatti questa sentenza detta principi di diritto che possono essere estesi a tutte le fattispecie.

Con il decreto stabilità, disegno di l. n. 2968 AS, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012) – presentato al Senato dal Governo il 20 ottobre 2011 -  all’art. 4, comma 51, testualmente:

“51. La prescrizione del diritto al risarcimento del danno derivante da mancato recepimento nell’ordinamento dello Stato di direttive o altri provvedimenti obbligatori comunitari soggiace, in ogni caso, alla disciplina di cui all’articolo 2947 del codice civile e decorre dalla data in cui il fatto, dal quale sarebbero derivati i diritti se la direttiva fosse stata tempestivamente recepita, si è effettivamente verificato”.

Con il decreto stabilità il Governo Berlusconi cerca di dare l’ultimo colpo di coda contro i medici e i lavoratori in generale, perché dimezza i tempi di prescrizione, e soprattutto fa venir meno quella disciplina del Codice Civile che stabilisce che i termini di prescrizione decorrono da quando il diritto può essere fatto valere – nei danni lungo latenti, il pregiudizio emerge solo dopo molto tempo dalla condotta – e ciò arricchisce di ulteriori profili di incostituzionalità la norma censurata, senza considerare che la medesima appare in contrasto con i principi di diritto comunitario richiamati nella Sentenza della Corte di Cassazione n. 17350/11”, chiarisce l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, e sottoscrittore di uno dei ricorsi, poi riuniti, e culminati con la sentenza che qui si allega.

L’Associazione Osservatorio Nazionale Amianto rivolge appello a tutti i membri del Parlamento e al Capo dello Stato, On.le Giorgio Napolitano, ai quali questo comunicato verrà inoltrato, affinché non si dia corso a questa norma incivile, che è destinata ad essere censurata dalla stessa Corte Costituzionale, e dalle Corti internazionali, innanzi alle quali l’Associazione agirà immediatamente con motivato ricorso, il cui mandato è stato già affidato all’Avv. Bonanni, fermo restando che per i cittadini che hanno già adito la competente Magistratura, questo nuovo termine non può essere applicato.

Un invito rivolto a tutti gli aventi diritto affinché mettano in mora immediatamente i Ministeri responsabili, in modo da rendere applicabile la normativa ora in vigore, fermo restando che queste nuove norme, ove fossero approvate, poiché in contrasto con le decisioni della Corte di Giustizia, dovrebbero essere disapplicate anche dal Giudice interno, in forza dei principi di gerarchia delle fonti.

L’Osservatorio Nazionale Amianto consiglia a tutti gli aventi diritto di formulare una ulteriore diffida, finalizzata a chiedere i danni anche per la eventuale approvazione della nuova norma che tende a paralizzare dei diritti già acquisiti, e tale da ledere anche i diritti risarcitori delle vittime dell’amianto, in relazione al tardivo recepimento della direttiva 477/83/CEE, in materia di amianto, su cui c’è stata la condanna della Repubblica Italiana con decisione del 13.12.1990, con violazione della normativa comunitaria in materia (di risarcimento).

Occorre dunque valutare la possibilità di porre in mora i Ministeri responsabili, secondo il modello che si allega, con disponibilità della nostra associazione ad ogni assistenza necessaria e preghiera a tutti i responsabili territoriali, di tutto il territorio nazionale di ampia diffusione e alle sedi di prestare la necessaria assistenza.

Roma, 09.11.2011

Aldo Guerrera

Vice Presidente Vicario ONA

 

 

Si allega:

- Sentenza della Corte di Cassazione n. 17350/11;

- testo della legge finanziaria 2012 (Legge di stabilità);

- comunicato ONA;

- Modello finalizzato a mettere in mora lo Stato e i Ministeri per tardivo recepimento della direttiva comunitaria.

 

ONA - Osservatorio Nazionale Amianto: consulenza gratuita

Modulo per diffida per tardivo recepimento della direttiva comunitaria

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Sentenza della Corte di Cassazione n. 17350/2011
Sentenza Cassazione n. 17350_2011 vs. Re
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Testo Legge Finanziaria 2012 (art. 4 com
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Comunicato ONA Decreto stabilità 09.11.2
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